I’ve never wanted a different mother. I just want my mother to be different.

Get in line, right?

Anybody who tells you he doesn’t have mixed feelings about his mother is either stupid or a liar. Granted, Virginia York is a special case. Living with Virginia is like living with a myth. She’s only half-human; the rest is equal parts wolverine, hyena, goddess and rutting goat.

In other words, she’s a poet.

 But she smells great.

Know the way someone smells when they’ve been outside on a chilly fall day? That’s how Mom smells all the time. Like rain, and wind, and leaf mold, and a faint hint of wood smoke. Hardly the way a woman is supposed to smell, but trust me: if the Glade Air Fresheners people could bottle her scent, you’d have her hanging in your car and your bathroom and your kitchen.

Sorry. I didn’t mean to get all Oedipal on you. Anyway.

Mom and I just moved into this old Victorian house in Oakland, New Hampshire. I grew up in Chicago, but Mom was offered a job at Cassidy College and we decided to get the hell out of Dodge. My dad Frank died last year. The coroner said it was a heart attack but what really happened is a poem got caught in his throat like a chicken bone and he choked to death.

I’m not making this shit up.

He was in his library, listening to Chopin’s Nocturnes on the stereo and reading poetry for one of his classes. When Mom found him in his armchair there was a book splayed open upside down on his lap; he’d been reading Herman Melville by W.H. Auden. Dad hated Auden. He called him “an overrated, pretentious queer with a penchant for sentimental excess.”

Mom loves Auden. So do I.

The night Dad died I was in my room, painting. Mom was in her study writing. I thought I heard some odd noises coming from the library but I didn’t think much about it. Dad seemed himself at dinner. A little tired, maybe, but cheerful and relaxed. He gently teased Mom for picking the olives from her pizza; he laughed at me for wolfing three slices in the time it took him to eat one. When Mom went to tell him she was going to bed, his body was already growing cold. She came to get me. The two of us stood on opposite sides of his chair waiting for the paramedics. I think I was trembling, but neither of us cried. Real life seldom makes us cry. The only thing that gets to Mom and me is the occasional Kodak commercial.

Non ho mai desiderato avere una madre diversa. Vorrei soltanto che mia madre fosse diversa.

Mettetevi in fila, okay?

Chiunque vi dica di non avere sentimenti complicati verso la propria madre è un idiota o un bugiardo. Certo, Virginia York è un caso speciale. Vivere con lei è come vivere con un mito. È umana soltanto a metà, il resto è in parti uguali mustelide, iena, divinità e capra in amore.

In altre parole, è una poetessa.

Ha un ottimo odore, però.

Avete presente il modo in cui la gente odora dopo essere stata all’aperto in una fredda giornata autunnale? Ecco, mia madre ha quel profumo la maggior parte del tempo. Simile a pioggia, vento e foglie ammuffite e con una sottile nota di legno bruciato. Non è proprio l’odore tipico di una donna, ma fidatevi di me, se i tizi che producono profumatori per ambiente potessero imbottigliarlo, ve lo ritrovereste appeso in macchina, in bagno e persino in cucina.

Scusatemi. Non volevo buttarmi subito sull’edipico. Lasciamo stare.

Io e mia madre ci siamo appena trasferiti in una vecchia casa vittoriana a Oakland, nel New Hampshire. Io sono cresciuto a Chicago, ma quando il Cassidy College le ha offerto un lavoro abbiamo deciso di tagliare la corda. Mio padre Frank è morto l’anno scorso. Il medico ha detto che è stato un attacco di cuore, ma in realtà una poesia gli si è incastrata in gola come un osso di pollo e lo ha soffocato.

Non me lo sto inventando.

Era nella sua biblioteca ad ascoltare i Notturni di Chopin allo stereo e a leggere poesie per una delle sue lezioni. Quando mamma lo ha trovato nella sua poltrona, aveva un libro a faccia in giù in grembo, stava leggendo Herman Melville di W.H. Auden. Mio padre odiava Auden. Diceva che era “un omosessuale sopravvalutato e pretenzioso con una predilezione per sentimentalismi esagerati”.

Mia madre ama Auden, proprio come me.

La notte in cui papà è morto io ero a dipingere nella mia stanza e mia madre stava scrivendo nel suo studio. Mi è parso di sentire dei rumori strani provenire dalla biblioteca, ma non ci ho fatto troppo caso. A cena papà mi era sembrato quello di sempre, forse un po’ stanco, ma allegro e rilassato. Aveva preso un po’ in giro mamma per aver scansato tutte le olive dalla sua pizza e poi era scoppiato a ridere vedendo che io ne avevo divorati tre spicchi nello stesso tempo in cui lui ne aveva mangiato uno. Quando mamma è andata a dirgli che sarebbe andata a dormire, il suo corpo era già freddo. È venuta a chiamarmi e insieme, in piedi ai due lati della sua poltrona, abbiamo aspettato l’arrivo dell’ambulanza. Tremavo, ma nessuno di noi due è scoppiato a piangere. La vita reale non ci fa piangere mai. L’unica cosa che a volte riesce a commuovere me e mia madre sono le pubblicità della Kodak.